Mark Zuckerberg è un uomo (anzi, un ragazzo) molto ricco. E’ il creatore di Facebook. Questo non luogo dove tutti noi passiamo parte del nostro tempo, stringiamo relazioni, giochiamo, leggiamo, impariamo, guardiamo video e ascoltiamo musica, tutto gratuitamente. Sono ricchissimi anche i proprietari di Google, un impero smisurato e tentacolare, che fornisce a sua volta decine di servizi, tutti gratuiti, da google earth a gmail eccetera, e possiede Youtube e tanti altri portali, anch’essi gratuiti. Negli ultimi decenni questo sistema si è diffuso capillarmente e globalmente, e noi (gli utenti), ci siamo abituati a non dover pagare mai niente per una casella di posta elettronica, per le ricerche, per ascoltare musica o scaricare libri, film, programmi, per chattare e passare le nostre ore nei social network.

Noi non paghiamo, ma quelli si arricchiscono. E non marginalmente: sostanziosamente. Ma siamo felici e proviamo gratitudine nei confronti di queste persone “buone”, non attaccate al soldo come altri che abbiamo conosciuto e che per fortuna sono scomparsi, o lentamente stanno scomparendo. Ci diciamo, vagamente, che si arricchiscono con la pubblicità. Vendono spazi pubblicitari. Vero. Ma non fino in fondo.

Negli anni ’80 e ’90 i ricchi erano venditori di qualcosa, l’IBM e l’Apple di computer, Bill Gates di sistemi operativi, la Chrysler di automobili, la Feltrinelli di libri. Oggi Google fa concorrenza alla Microsoft, quasi quasi se la mangia, ma non vende niente. Possibile? La spiegazione è semplice, e forse sono l’ultimo a capirla, con la mia solita lentezza. L’ho afferrata bene quando ho pensato di creare un’inserzione su Facebook per pubblicizzare una pagina. Una piccola spesa, paghi solo i risultati che ottieni. I risultati sono i clic. Ti fanno compilare un modulo dove ti chiedono a chi vuoi indirizzare l’inserzione: età, interessi, sesso, lingue conosciute, istruzione, lavoro, eventuali altre pagine frequentate. Così, loro pescano dal database degli iscritti e te li vendono, un tanto a clic. Una volta che scopri questo ti accorgi di quante volte tu stesso vieni venduto, quando usi la posta elettronica e ascolti la tua musica preferita, o quando scegli di acquistare un libro in un grosso sito di vendita online. A chi mai possono interessare tutti gli ebook offerti gratuitamente negli appositi siti? Forse a pochi, ma mentre ti aggiri felice in quegli smisurati magazzini virtuali vieni pesato, misurato, schedato. E poi venduto, un tanto a clic. (MrX)

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