vengo a lei

L’email può essere seria, ufficiale, informale, intima, affettuosa, ma bisognerebbe sempre ricordare che non è una lettera, e non è neppure una telefonata, e neppure un telegramma o un sms. Arriva subito, ma non è detto che venga letta subito, e in questa sua discrezione somiglia alla lettera e non a quei sistemi di messaggeria petulante che fanno continuamente cinguettare i telefonini.

Tutto viaggia per posta elettronica. Ma, come le rotonde nelle strade, pare che l’italiano medio abbia ancora qualche difficoltà a usarla. Personalmente, ricevo ogni giorno una cinquantina di email tra proposte, richieste di consulenza o documentazione o altro, e devo dire che sono rari i casi di messaggi scritti bene, non prolissi, chiari, leggibili. Credo che le scuole dovrebbero occuparsi anche di questo: insegnare ai ragazzi come comporre un messaggio di posta elettronica. Fermo restando che tra amici si scrive quello che si vuole, senza regole, ecco alcuni suggerimenti per i messaggi formali:

1)      Dimentica una buona volta il vecchio “letterese” che tanto ricorda la scuola di Totò: “Vengo a Voi con questa mia” eccetera. Io personalmente evito qualsiasi tipo di esordio, compresi i vari “Spett. Ditta”, o “Gent.mi Signori” (sapessimo cosa vuol dire spettabile, e spesso non sappiamo quanto siano gentili i signori). Purtroppo non abbiamo l’equivalente dell’anglosassone “Dear Sirs”, che almeno è affettuoso.

2)      Evita i saluti all’inizio. “Buongiorno” o “Buonasera” possono servire a far capire a che ora il messaggio è stato scritto, ma probabilmente arriveranno fuori posto quando verrà letto. Anche “salve” ormai è stanco di girare. Meglio niente. La data è superflua, viene generata automaticamente dal postmaster.

3)      Arriva subito al punto: se hai scritto un libro e vorresti farmelo leggere, scrivi esattamente: “vorrei proporre il mio libro in lettura” nelle prime righe, e non costringermi a leggere la storia della tua vita in quattro paragrafi per giustificare il fatto che hai scritto un libro e vorresti farmelo leggere. Quella perdita di tempo potrebbe dispormi male.

4)      C’è una vecchia regola burocratica che va salvata: diceva press’a poco: “una lettera, una questione”. Se mi scrivi un messaggio in cui dici “vorrei farle leggere il mio libro” e poi “sto anche cercando documenti sulla campagna di Libia”, farò fatica ad archiviarlo e a ritrovarlo in seguito. Si usava un tempo per risparmiare francobolli: in una busta le lettere di tutta la famiglia, in una lettera mille questioni. Ma l’email è gratuita. Meglio una per argomento.

5)      Il “subject” non è facoltativo. Neppure nei messaggi più informali e familiari. Un mio vecchio programma di posta si rifiutava di far partire un messaggio senza subject. E dovrebbe far capire di cosa si parla. Nell’uso creativo fatto da noi italiani, ho visto il campo oggetto occupato da cose tipo “messaggio”, o “buongiorno” o peggio “info”. A volte ci vuole più tempo a scegliere due-tre parole da mettere nel subject di quello che serve per scrivere tutto il messaggio, ma è un utile esercizio.

6)      Stai compatto, ma scrivi tutto. Non è un telegramma né un sms, quindi evita le abbreviazioni, i “xké” e le altre diavolerie simili. Se puoi evita anche i puntini di sospensione, che messi in treni di varia lunghezza qua e la sembra che vogliano dire “eh, se potessi direi di più…” Se vuoi dire di più, fallo.

7)      Se alleghi una foto, bada che sia utile e leggera. Esistono programmi appositi per ridurre le dimensioni delle immagini da spedire, anche perché in genere le dimensioni del file non corrispondono a una migliore qualità. Sono stufo di ricevere file da 10MB che poi in genere contengono un’immagine sfocata presa col cellulare in condizioni precarie.

8)      Quando arrivi ai saluti, ricorda che la formula migliore è: “Saluti”, o “Grazie, saluti” e poi il nome e cognome. Evita quelle vecchie code formali, viscide come la bava della lumaca: “in attesa di un Suo cortese riscontro”, “certo in una benevola accoglienza”, “voglia gradire i miei più (e poi andava a capo) Distinti saluti”.

9)      Ultimo (ma non ultimo): dopo che hai scritto il messaggio, prima di inviarlo, rileggilo.

(MisterX)

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